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martedì 25 giugno 2013

ECONOMIA CONDIVISA - BIBBIA

PARABOLA DEL VIGNAIUOLO- SALARIO
Un lettore scrive:

  
  


La situazione descritta nella parabola dei lavoratori nelle diverse ore era molto familiare per gli ascoltatori originali. L’impostazione presuppone delle difficili situazioni economiche. Molti lavoratori a giornata si facevano trovare nella piazza sperando di essere assunti per un giorno di lavoro. Molti ascoltatori di Gesù potevano facilmente collegare questi lavoratori alla loro difficile situazione di vita. Essi sapevano quello che provavano i lavoratori a giornata perché molti di loro avevano avuto esperienze simili. Questi lavoratori stavano all’estremità più bassa della struttura economica. Ricevevano un salario minimo per un lavoro sporadico. Essi cercavano di tirare avanti la famiglia con i lavori più svariati che potevano fare durante il giorno. Al tempo del raccolto, la situazione era migliore perché i proprietari avevano fretta di effettuare la raccolta in tempo e c’era dunque più lavoro.

     La paga per il lavoro di un giorno era un denaro. Questa paga minima era sufficiente per soddisfare le necessità giornaliere della famiglia. Il pagamento veniva effettuato alla fine di ogni giorno lavorativo (vedi Lev.19:13).

     Il conflitto della storia è una controversia salariale. Gesù si è servito di questo argomento economico per catturare l’attenzione della gente. Le domande sulla questione di un giusto salario e il disaccordo sulla paga era un invito agli ascoltatori ad essere coinvolti nella risoluzione del conflitto. I lavoratori della parabola sono arrabbiati con il padrone di casa. Egli ha assunto dei lavoranti al mattino presto, ma sicuramente, per poter finire il lavoro ne ha assunti altri durante il corso della giornata. Addirittura ha preso dei lavoratori anche all’undicesima ora, quasi alla fine della giornata lavorativa. È la necessità del raccolto che determina il bisogno di manodopera aggiuntiva.

     Alla fine della giornata, il ricco proprietario ha pagato ai lavoratori il lavoro che hanno svolto. Il pagamento veniva fatto su base giornaliera. Come ci dice la parabola, il proprietario ha assunto i successivi operai con la promessa di dare loro quello che era giusto. La storia acquista vivacità quando il proprietario dice al suo fattore di pagarli cominciando dagli ultimi fino ai primi. Questo particolare stimola l’interesse degli ascoltatori. Quello che passava per la testa dei lavoratori che hanno lavorato tutta la giornata non poteva sfuggire al pubblico. Questi lavoratori si aspettavano più denaro. Quando hanno visto i ritardatari ricevere paga piena, volevano di più. Dopo tutto, essi hanno portato il peso della giornata e il caldo del pomeriggio. Contrariamente a tutte le loro aspettative, però, ricevono soltanto un denaro, la paga di un giorno di lavoro. La storia si riempie di tensione e l’accento viene messo proprio sulla disputa salariale.

     Per la maggior parte degli standard di giustizia, il padrone di casa è stato ingiusto. La ragione e la giustizia avrebbero dettato una di queste due azioni: avrebbe dovuto pagare di più i lavoratori assunti al mattino presto, o avrebbe dovuto pagare di meno gli altri perché hanno lavorato di meno. Quando i primi lavoratori hanno visto che gli ultimi arrivati ricevevano la paga di un giorno pieno, essi hanno incominciato a sperare di ricevere una paga extra. Ma questo non è avvenuto. Il proprietario ha dato la stessa paga a tutti. Il paradosso e l’ironia della parabola sono visti nel fatto che il proprietario è giusto. Egli dà a ciascuno quello è giusto. Questo elemento shock della parabola sfida ogni logica. Sembra proprio non esserci giustizia. Molti avrebbero voluto discutere con Gesù se il proprietario è stato giusto e onesto nei sui affari.

     Non sorprende che gli operai che hanno lavorato tutta la giornata si lamentano. Come può il proprietario giustificarsi di dare la stessa paga a tutti? Questi uomini avevano previsto un compenso aggiuntivo dopo aver visto che gli ultimi arrivati erano stati pagati così bene. Ma quando è venuto il loro turno, sono rimasti delusi.

     Nella difficile economia del periodo, i lavoratori che avevano avuto la fortuna di lavorare sin dal mattino, si sarebbero dovuti rallegrare della generosità del proprietario. Dopo tutto, i lavoratori che stavano ancora nella piazza sperando che qualcuno li chiamasse per un lavoro, avevano la stessa responsabilità economica per le loro famiglie. Un denaro avrebbe soddisfatto le loro necessità. Invece di identificarsi con le loro necessità e con la nobile generosità del proprietario, la loro avidità ha fatto si che chiedessero un compenso maggiore di quello che avevano concordato all’inizio della giornata. Il proprietario era giusto – ma non secondo gli standard accettati.


Shalom

Argentino Quintavalle





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