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mercoledì 30 ottobre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE


Il lavoro fa parte del ciclo naturale della vita, se esso viene spezzato per qualsiasi motivo sorge la violenza ed il progresso si blocca, lo sfocio naturale è la distruzione e lo spreco, ma la natura stessa si ribella.
L’autoconservazione richiede la nonviolenza completa, la cooperazione e sottomissione alle leggi della natura per mantenere la permanenza del ciclo della vita.
La natura assicura la cooperazione di tutte le unità e ciascuna concorre al processo della conservazione per una causa comune.
Nulla può esistere da sola, si ha la necessità di interagire con il contesto circostante.
Quando tutti lavorano in armonia viene meno la violenza e si ha un’economia permanente per il bene di tutti; la presenza dei furbi fa venir meno  l’armonia, scoppia la violenza e l’economia va a rotoli.
La condivisione può esistere solo se si lavora in armonia e la ricchezza viene distribuita equamente.

S.G.

martedì 29 ottobre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
Un lettore scrive:


Raffaele Mastroberardino:
ciao Sebastiano, con ritardo ma sono arrivato.
parto da un presupposto: mai mischiare capre e cavoli.
la religione, troppe volte, per non dire sempre, predica bene e razzola male, i missionari hanno fatto anche qualcosa di buono ma creato una marea di problemi alle popolazioni che cercavano di "civilizzare" perché usavano il proprio metro fregandosene del metro degli "indigeni".
ognuno di noi è convinto di avere la ricetta giusta e, secondo me, c'è molta buona fede in tutti i "dottori" ma la realtà è che siamo esseri umani e tra la teoria e la pratica c'è sempre il nostro benessere.
qualcuno ha scritto che il baratto è la forma migliore di economia, sono d'accordo se non si prendono in considerazione altri fattori che impediscono il corretto funzionamento del baratto stesso, uno di questi fattori è l'avidità: la mia merce vale più della tua.
cosa voglio dire con questo?
semplicemente che prima di fare qualunque passo in una direzione o in un'altra, occorre educare l'uomo altrimenti non ci spostiamo verso nessuna direzione.

economia condivisa dovrebbe andare a braccetto con ricchezza distribuita che, secondo me, costituisce le fondamenta del benessere umano; se l'uomo ha la possibilità di spendere allora fa circolare il denaro e più gente ha questa possibilità e più denaro circola e se il denaro circola allora la produzione cresce e il consumo cresce avendo, comunque, l'accortezza di non esagerare né con l'una e né con l'altro.
la ricchezza in mano a pochi è dannosa, in mano a pochissimi è letale.
---------------
Caro Raffaele, sono d’accordo con la tua riflessione.
Bisogna precisare che la condivisione economica deve essere alla base di una equa distribuzione della ricchezza.
Non ci può essere condivisione in presenza di furbi, di persone che non hanno rispetto per il prossimo, basilare è l’affermazione biblica: “ama il prossimo tuo come te stesso”.
Non è pensabile una economia condivisa se l’uomo non mette da parte l’egoismo.
Economia condivisa non vuol dire assistenzialismo, l’assistenza deve essere per le persone che non hanno la possibilità di contribuire alla crescita del bene comune; malati, anziani, ecc.
Il concetto dell’assistenzialismo non produce bene comune, non fa crescere l’assistito ma lo tiene in uno stato di subordinazione.
Il fine del presente progetto è: crescita o arricchimento relazionale ed economia equa.
Sebastiano Giambrone


venerdì 25 ottobre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.


MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE

Parlare di economia vuol dire parlare della vita di tutti i giorni.
Alle volte si ha un concetto sbagliato dell’argomento.
Il tema interessa tutti gli esseri umani ( le formiche vengono citate per il loro modo di vivere).
Spesso si parla di teologia per giustificare le varie religioni ed è molto interessante conoscere i vari punti di vista.
La fede viene vista come rispetto delle regole religiose istituzionalizzate ed estranee della vita pratica di tutti i giorni.
Si dimentica che la fede senza le opere è morta, quindi priva di effetti nella vita dell’uomo.
Si dovrebbe pensare più alle opere per dimostrare la fede e non viceversa.
L’economia è un argomento che mette in evidenza il distacco tra la fede e le opere, pertanto molti preferiscono parlare di teologia astratta e non pratica.
Invito tutti i cristiani a riflettere sull’argomento.

Sebastiano Giambrone.

martedì 22 ottobre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.


MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
Un lettore scrive:

Anonimo- Pace e Verità, innanzitutto...
Che dire a Chi insegna che "la Chiesa Cattolica ed il Papa sono Infallibili, perchè Papa Vojtila ha chiesto perdono anche alle ...pulci?"
Per prima cosa non è la chiesa Cattolica ad essere infallibile.
IL Catechismo che qui è tanto criticato, sostiene che è il Papa
ad essere infallibile quando propone un elemento della Fede
quale verità rivelata da Dio.
Questo in virtù del carisma donato dallo Spirito Santo al successore di Pietro a vantaggio di Tutti.
Inoltre per amore di Verità, il Catechismo è molto da apprezzare
per la sua chiarezza nell'esporre le verità di fede basate sulla
sacra scrittura stessa e sul deposito della Fede che si è arricchito
tramite le intuizioni ed i doni ricevuti dai Santi, Quali in 2,000 anni hanno fatto intravedere la Presenza divina di Gesù Cristo nella Chiesa Cattolica e nel mondo.
Infine, al professionista della Sacra Scrittura un promemoria
con le parole di Nostro Signore Gesù Cristo, ricorrenti in Matteo 7,1
Non giudicate, per non essere giudicati;
Mt 7,2 perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
E Luca 6,37 Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Mi pare possano rispondere appropriatamente al comportamento del "pastore" qui sul Blog.

In Fede,

Marco G

lunedì 21 ottobre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
Un lettore scrive:

Apostolo Abele Aureli
Il problema dell'infallibilità del Papa si ha quando si vuole pretendere di parlare nel nome di Dio, ma senza esserne seguaci. Sul fatto poi che saremmo tutti figli di Dio, non è vero perchè si diventa figli di Dio quando ci lasciamo adottare da Dio per mezzo di Gesù Cristo. (Giovanni 1:11-13). Gesù è l'unica Via al Padre, ma prima che questo avvenga, non possiamo dire che siamo tutti figli di Dio, ma che siamo tutti "creature di Dio"!

Per quanto riguarda poi il fatto che chi sia senza peccato scagli la prima pietra, anche quì c'è un difetto di sostanza! Il peccato è la trasgressione della legge! (1 Giovanni 3:4). Però, visto che nessuno è capace di mettere in pratica tutta la legge, allora Dio non richiede da noi la perfezione, ma il cercare di praticare tutto ciò che Dio ci comanda, anche se sappiamo che in qualche modo mancheremo il bersaglio. Però, il problema non è mancare il bersaglio, ma piuttosto, ...mirare a qualcos'altro! Chi ha studiato più di me, sa che quando uno studente ha studiato e si è applicato, anche non riesce ad imparare bene, il Professore sa, se lo studente si è applicato o meno! La stessa cosa accade con Dio. Se uno cerca, si sforza, ad "entrare per la porta stretta", Dio lo vede, e se non riesce in tutto, Dio lo perdona. Ma se uno invece di studiare la Sacra Bibbia studia la Divina Commedia oppure il Catechismo, non può pretendere che Dio ci passi sopra perchè la parola di Dio è la Sacra Bibbia. Gesù è chiaro quando dice "non chi mi dice ...Signore, Signore, entrerà nel Regno dei Cieli, ma chi avrà fatto la volontà del Padre mio che è nei Cieli"! Quindi, Gesù aveva ragione di dire ai Farisei che chiunque fosse senza peccato poteva scagliare la prima pietra, perchè i Farisei insegnavano ed imparavano le tradizioni umane, esattamente come fa la Chiesa Cattolica Romana! ...Se la Chiesa Cattolica ed il Papa sono Infallibili, perchè Papa Vojtila ha chiesto perdono anche alle ...pulci? Se la Chiesa fosse stata veramente guidata dallo Spirito Santo, non ci sarebbero stati errori. Ma visto che invece della Sacra Bibbia si insegna il Catechismo, allora è giusto che chiedano perdono, che si pentano e che si convertano a Dio, prima che sia troppo tardi!

domenica 20 ottobre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.


MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
Un lettore scrive:

Cerco di esporle sinteticamente il mio pensiero scusandomi anticipatamente se alcune delle mie parole urteranno la sua sensibilità.
Le concezioni religiose dogmatiche, che si basano sulla divisione tra Divinità ed Umanità, tra Creatore e Creato e sul dogma del “Dio persona”,
hanno di fatto generato un modello antropocentrico, in cui l'uomo si sente “d-io” nei confronti degli altri esseri viventi, degli animali e della natura, legittimato a sfruttare e distruggere per il proprio piacere e bisogno;
queste stesse concezioni hanno posto il credere e l’obbedire come presupposti assoluti ed indiscutibili,
incoraggiando la fede nei dogmi e demonizzando il dubbio,
generando altresì la convinzione che ogni uomo fosse il destinatario della verità e perciò legittimato ad affermarla verso gli altri uomini.
Queste idee, specchio di una separazione che esiste nell’uomo, hanno generato:
la separazione tra l'uomo e la natura,
la divisione tra l'uomo e gli altri uomini per ragioni di cultura, razza, etnia, classe sociale, ideologia
e sono all'origine di tutte le contrapposizioni, gli odi, le sofferenze, le guerre, i genocidi, gli olocausti, oltre che degli sfruttamenti socio-economici.
grazie per l'attenzione

anugrah

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.


MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
Un lettore scrive (parte III/III):

RIFLESSIONI: L’economia si basa su incentivi, e solo quando le persone e le imprese hanno i giusti incentivi per lavorare e produrre, l'economia può crescere e prosperare. Anche la Bibbia e il Talmud riconoscono l'importanza degli incentivi economici all'interno di una economia di mercato concorrenziale.

Il Talmud precede di secoli le idee rivoluzionarie di Adam Smith sulla concorrenza di prezzo, cioè chi vende a un prezzo più alto sarà costretto ad uscire dal mercato o a ridurre il suo prezzo; la Bibbia, dal canto suo, enfatizza l'uso di pesi e misure oneste.

Nella Bibbia troviamo un importante esempio di economia. Ha a che fare con l’anno sabatico, cioè con la cancellazione dei debiti. Malgrado questo sia un comandamento della Torah, la realtà è che quando le circostanze economiche diventano difficili, non tutti sono in grado di vivere secondo questi ideali elevati: il ricco semplicemente rifiuta di prestare denaro al povero nell’imminenza dell’anno sabatico, mosso dal timore di non riaverlo indietro. Come conseguenza di ciò Hillel il Vecchio giunse alla conclusione che era necessaria un’azione drastica, ed istituì la pratica del pruzbul.

Hillel comprese che, nella pratica, dall’osservanza delle leggi che impongono la cancellazione di tutti i debiti, accadeva che i meno abbienti fossero privati completamente della possibilità di ricevere prestiti, così che si venivano a trovare, in quel periodo, in condizioni assai peggiori di quelle in cui sarebbero stati senza la protezione dell’anno sabatico.

D’altro canto i ricchi incorrevano in una grave trasgressione non concedendo prestiti, ignorando, cioè, un comando della Torah. Considerate le circostanze, Hillel individuò un sistema, il pruzbul, che avrebbe permesso al creditore di riscuotere anche dopo l’anno sabbatico senza per questo violare alcun comando della Torah. In questo modo la sua intenzione fu quella di aiutare tutto il popolo ebraico: il ricco si sarebbe fatto carico della sua responsabilità di aiutare il prossimo, mentre il povero ne avrebbe tratto beneficio avendo comunque la possibilità di contrarre un prestito in ogni momento.

Il pruzbul è una misura legale che trasferisce un debito privato al bet din, il tribunale ebraico. L’anno sabatico cancella solo i debiti contratti tra le persone, non i contratti in mano ai tribunali. La corte può riscuotere il debito secondo i termini stabiliti, anche dopo l’anno sabbatico. I tribunali ebraici avevano il potere di trasferire i beni a loro piacimento e, in questo caso specifico, poterono assumersi l’onere di ridistribuire i fondi venuti in possesso della corte, cioè i debiti riscattati, ai loro proprietari originari facendo di loro da agenti della corte addetti alla raccolta. Poi il tribunale stesso trasferiva ai creditori il denaro. In questo modo, Hillel ideò un sistema per evitare le conseguenze negative dell’anno sabatico.

Possiamo discutere se Hillel abbia aggirato o no un comandamento della Torah, ma resta il fatto che senza il suo intervento pochissimi individui offrivano prestiti negli anni che precedevano il settimo anno. La mancanza di liquidità e di credito generava delle crisi che avevano effetti devastanti sull'economia. Hillel comprese che bisognava fare qualcosa per garantire il mercato del credito e un continuo flusso di prestiti alle attività. I politici di oggi dovrebbero seguire l'esempio di Hillel e garantire che le piccole e medie imprese italiane abbiano facile accesso ai prestiti per finanziare le loro operazioni. Purtroppo, questo non viene fatto, e la stretta creditizia ostacola la crescita economica delle piccole e medie imprese e quindi dell’occupazione.

C’è anche un problema morale. Il termine rischio morale è usato dagli economisti per descrivere il fatto che quando un individuo, una società o un ente è "assicurato", non è incentivato ad agire con molta attenzione. Ad esempio, un individuo con l'assicurazione contro gli oggetti di valore custoditi in casa, può essere meno vigile sulla sicurezza delle sue porte o di investire in un buon sistema di allarme. Come il premio Nobel professor Gary Becker ha scritto: "Se gli individui non sono ritenuti responsabili per le decisioni e le azioni che possono danneggiare se stessi o altri, hanno meno incentivi ad agire in modo responsabile, dal momento che sfuggiranno ad alcune o a tutte le cattive conseguenze delle loro azioni". Questo sembra proprio riferirsi a ciò che sta accadendo oggi riguardo il fallimento delle banche che chiedono garanzie governative per evitare la bancarotta. Questo tipo di "assicurazione" contro le cattive decisioni aziendali porterà ancora più cattivi investimenti e problemi in futuro.

Argentino Quintavalle

giovedì 17 ottobre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA - LUSSO
Un lettore scrive (parte II/III):

Adam Smith
L’economia, così come la conosciamo, è relativamente giovane. Fino al 1700 l’economia era molto semplice. I Re, i nobili, i Papi, avevano tutto, il resto aveva niente. Poi intervenne un cambiamento straordinario: la tecnologia. Successe che grazie alle nuove conoscenze, ai nuovi mezzi meccanici, ecc., crebbe fra le masse una borghesia, cioè gente senza potere politico ma che stava facendo soldi con i commerci. I Re, i  nobili, i Papi, ecc. cosa fecero? Li fecero lavorare senza dar loro troppi fastidi, ma li tassavano. Però li spremevano troppo, così i borghesi si arrabbiarono perché veramente la situazione era diventata intollerabile. È così che è scoppiata la rivoluzione francese nel 1789.

Ed è in questo contesto che spunta il primo economista cosiddetto moderno, cioè Adam Smith (1723-1790), che poi non era veramente un economista, ma più che altro un filosofo morale, autore della celebre opera Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni, pubblicata nel 1776. Un trattato fondamentale, destinato a rimanere per decenni il testo di riferimento della nascente economia politica. Siamo a fine ‘700. Ma attenzione a una cosa. Dobbiamo sapere che di questo Smith, uno scozzese, oggi si dicono molte fandonie, perché certi economisti attuali l’hanno preso a modello per una teoria del tutto diversa da quella del vero Adam Smith.

Smith cosa disse? Questo: egli riteneva che, per incrementare la ricchezza del Paese, fosse necessario liberare le forze che guidano i mercati, e in primo luogo consentire il pieno esplicarsi della libera iniziativa economica. Detto in altre parole: il governo deve togliersi dall’economia, deve lasciare in pace gli imprenditori e i cittadini, cioè il Mercato.

Ma attenzione, perché è qui che c’è la confusione con l’economia di oggi. Smith voleva solo dire che siccome il governo di allora, cioè i Re, i nobili, i Papi, ecc., era una cosa talmente parassitaria che era meglio che si levassero di torno, e che i borghesi del Mercato erano preferibili ad essi. Smith quando parlava che per rendere massimo il benessere della nazione si doveva eliminare ogni restrizione all’operare della libera concorrenza, e quindi che il governo non doveva interferire, non intendeva il governo democratico di oggi. Ma gli economisti attuali, che prendono il nome di Neoliberisti, hanno spacciato a tutti che Smith odiava i governi come i nostri, li voleva senza potere, e amava il Libero Mercato. Ma questo non è vero. Per Smith il capitalismo del Libero Mercato era accettabile solo perché era un male minore rispetto ai tiranni dell’epoca.

Adam Smith infatti non ammirava affatto il capitalismo del Libero Mercato, e infatti una delle sue citazioni più famose è questa: «Raramente i capitalisti si riuniscano se non per cospirare contro i lavoratori e il Mercato». Smith ha elaborato la famosa similitudine della Mano Invisibile. Questo è stato spiegato che in un sistema di libero mercato, perseguendo il proprio egoistico interesse, i singoli individui potranno realizzare anche il massimo benessere collettivo. In altre parole, secondo Smith, il libero dispiegarsi delle iniziative individuali non genera caos, ma un ordine naturale desiderabile. Da questo è stata tratta la conclusione che se si lascia tutto – economia, ospedali, servizi, scuole, pensioni, banche ecc. – in mano al Mercato, esso guiderà tutto infallibilmente con la sua Mano Invisibile. Anche questo non corrisponde al vero. Merita di essere segnalata l'interpretazione del concetto di mano invisibile data dal noto giurista italiano Guido Rossi (da un'intervista del 6 giugno 2008 alla Repubblica): "Uno dei suoi concetti più equivocati è quello della mano invisibile. Nella vulgata si è imposta l'idea che Adam Smith con la mano invisibile abbia inteso dire che il mercato deve essere lasciato a se stesso perché raggiunge automaticamente un equilibrio virtuoso. La mano invisibile è diventato l'argomento principe in favore di politiche di laissez-faire, fino ai neoliberisti. In realtà Adam Smith prende a prestito l'immagine della mano invisibile, con molta ironia, dal terzo atto del Macbeth di Shakespeare. Macbeth parla della notte e della sua mano sanguinolenta e invisibile che gli deve togliere il pallore del rimorso prima dell'assassinio. Smith ha preso in giro ferocemente quei capitalisti che credevano di avere il potere di governare i mercati. Tra l'altro Adam Smith capì allora che la Cina sarebbe tornata ad essere una grande potenza dell'economia mondiale, e auspicò una sorta di Commonwealth universale per governare il nuovo ordine internazionale". Di certo Adam Smith non disse mai di lasciare tutto nelle mani del Libero Mercato. Anzi.

 Perché è importante Adam Smith? Per due motivi. Primo perché fu il primo a concepire un’economia fatta dalla gente e non solo basata sullo sfruttamento dei potenti; secondo perché fu il primo a capire che i capitalisti borghesi non sono affidabili senza un controllo su di loro. 

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA - LUSSO
Un lettore scrive (parte I/III):

Capire come funziona l’economia e chi sono gli uomini che hanno pensato l’economia del mondo ci permetterà di capire perché oggi le cose vanno in questa maniera disastrosa. 
Ci permetterà di capire i motivi della crisi economica e soprattutto perché l’economia è alla base della visione apocalittica della bestia che sale dalla terra, la quale faceva si che: "…nessuno potesse comprare o vendere se non chi avesse il marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome" (Apoc.13:17). C’è un chiaro riferimento economico in tutto questo.

Chi detiene il potere ha interesse che il popolo rimanga nell’ignoranza, e onestamente la maggioranza della popolazione conosce ben poco come funzionano i meccanismi economici, finanziari e monetari. 
Pertanto ho deciso di rispolverare i miei studi di Economia Politica per far conoscere come essa funziona e quali sono i diabolici ingranaggi in cui ci troviamo; «…ma il popolo di quelli che conoscono il loro Dio mostrerà fermezza e agirà» (Dan.11:32).

«Nulla al mondo è più pericoloso di un'ignoranza sincera e una stupidità coscienziosa» (Martin Luther King).

«Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza» (Dante Alighieri).

martedì 15 ottobre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA - LUSSO
Lettrici / Lettori scrivono:


Giorgio Massidda
Posso solo dirti che condivido quasi per intero il tuo punto di vista.
Quelli che non condivido sono molto pochi, tipo il fatto che ci si dovrebbe unire ad altri che la pensano allo stesso modo, non isolarsi chiudendosi in famiglia.
Condividere è spesso motivo di paura perché aumenta le incertezze e si pensa di poter venire sfruttati.
A prescindere dal fatto che si può sempre mettere fine allo sfruttamento, credo che bisognerebbe cercare di creare un gruppo basato su questi principi, un gruppo che conviva, che produca per sè e per gli altri.
Forse non sarà un gruppo ricco, ma certamente sarà felice proprio perché vive secondo gli schemi per i quali siamo stati creati.

Buona vita!

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA - LUSSO
Lettrici / Lettori scrivono:

A Sergio che è favorevole ad un mondo SENZA RELIGIONI dove troverebbe le gioie, ho già risposto in ogni ambiente di G+ e di FB in cui ne ho avuto l'occasione.
SAREBBE ESATTAMENTE IL CONTRARIO DI QUELLO
CHE LUI IPOTIZZA.
Già Oggi sono la Maggioranza a non avere il senso religioso e la sua aderenza.
E VEDIAMO CHE MONDO DI GIOIA C'è. !!!

Alle critiche rivolte alla non povertà PAPALE o ECCLESIALE, posso solo esprimere un paragone razionale : è forse la Chiesa un Ente di Beneficienza o qualcosa di simile ad una ONG ?
Perchè non richiedere allora al Proprio Comune di appartenenza, dato che si chiama COMUNE di spogliarsi di ogni bene così che
sarebbe davvero messa in COMUNE ?

Per Chi non ne fosse a conoscenza : la ragione d'essere della Chiesa è l'annuncio del Vangelo e la salvezza eterna delle Anime.
Per farlo deve esserne in grado con mezzi sufficienti ed adeguati.

Guardiamo alla sostanza e non solo alla ROBA..
GRAZIE
------------------
pietrochag
Il tuo argomento è sicuramente parte dei nostri tempi, tempi in cui 'la crisi' è un termine notevolmente utilizzato per acuire la stessa crisi.
L'accento su cosa si 'deve' fare è posto sotto il punto di vista legato alla religione cristiana, ma non è un buon legame.
Come altri hanno fatto notare, le religioni sono comunque strutture di 'controllo', anche nello stesso buddhismo dal quale ho fatto parte per anni prima di comprenderne le fondamenta che mi hanno portato alla comprensione di questo fatto.
Quando si parla di economia condivisa, ci si dimentica spesso dell'azione, e si rimane imbrigliati nell'argomentare, senza mai agire.
Scegliere come vivere è la partenza dell'azione.
Non considero l'economia ne positiva ne negativa, è semplicemente un mezzo, una energia integrata nei nostri sistemi di vita.
I ladri, gli impoveritori delle masse, esistono perché noi permettiamo che ciò esista, e non venite a dirmi che non è così. Per fare in modo che queste cose cambino, è necessario cambiare noi stessi, ma non in termini dialettici, non solo scrivendo che le cose devono cambiare, non riempiendo solo pagine di buoni propositi.
Azione.
Fare, prendersi le proprie responsabilità e iniziare a condividere veramente.
Ognuno di noi ha delle piccole possibilità che possono essere attuate, ma pochi lo fanno, perché ci si sente 'fuori luogo' nell'agire contro corrente.
Personalmente, alcuni anni fa ho deciso di agire.
Anche se è pochissimo quello che faccio, lo attuo.
Ho lasciato il lavoro da dipendente, ed ho ripreso a studiare, facendo diversi corsi.
Oggi sono un operatore di EFT, ed opero sul territorio, nel mio paese e nei dintorni.
Vado personalmente a casa delle persone che mi cercano e li aiuto con queste ed altre tecniche a migliorare fisicamente e psicologicamente, parlando, spiegando e cercando di fargli vedere un diverso modo di essere, di vivere con loro stessi.
Non ho alcun 'prezziario'.
Vado gratuitamente.
Non chiedo nulla.
A volte, le sedute si protraggono nel tempo, sei, sette sedute, quando mi chiedono 'quanto voglio' rispondo che non voglio nulla. A fine trattamento, se mi viene ancora chiesto, dico di darmi quello che vogliono, ed accetto un'offerta, qualsiasi essa sia.
A volte vado via con un cestino di verdure dell'orto, a volte con una forma di formaggio, a volte con qualche euro.
Attuando questo metodo, vivo in una condizione di 'povertà economica'.
Spesso ho difficoltà a pagarmi anche l'ADSL.
Ma è una scelta che ho fatto e mia moglie la condivide.
E' un vivere difficile economicamente, ma non gli diamo molto peso.
Diamo più attenzione alla soddisfazione ed alla gioia di aver aiutato qualcuno a stare meglio.
Per recuperare qualche soldo cerco di vendere i miei corsi, i miei libri, ma non spendendo in pubblicità a pagamento, anche quelli sono minime entrate.
Scegliere di vivere davvero così è difficile.
Si tratta di sapere già in anticipo che si dovrà rinunciare a molte cose.
E non è facile.
Ma una volta effettuata una scelta di questo tipo, il mondo cambia. Il nostro modo di guardare al mondo, cambia.
Per qualche verso, il necessario viene garantito dallo stesso fatto di essere vivi, e non mancherà mai.
Quello che mancherà, sarà soltanto il superfluo.
Vivere in questo modo non è cristiano o buddhista o altro, vivere in questo modo è vivere.

Ed oggi c'è un sole stupendo! Buona vita a tutti! :)

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA - LUSSO
Lettrici / Lettori scrivono:
Anonimo - Pace a Te Paolo Ponti, dopo le premesse di attenzione
a cercare di capire gli Altri, faccio fatica da parte mia a seguirTi nelle piroette dialettiche sempre e solo sulla Chiesa.
Non capisco gli equilibrismi.

Noi ne facciamo parte perché ci serve per procedere CON Cristo, IN Cristo e PER Cristo, oppure ne stimiamo maggiormente gli averi materiali, i comportamenti pratici e terreni ?

Vogliamo credere SI oppure NO nella sua Funzione di formare
la COSCIENZA RETTA di verità nelle Anime, di cui nessun altro
si sta curando Oggi ?

Crediamo che la Fraternità è connotato caratteristico della Vita Cristiana ? ( Non la fratellanza : tipica delle eresie..
Massoniche, Musulmane, Protestanti )

Sentiamo il dovere di partecipare alla Vita di Una Comunità che abbia in Dio Padre la ragione di esistere ?

Tante sono le domande, ma le risposte sono in Gesù Cristo e nello Spirito Santo.

Possano illuminare le Nostre menti, Pac&Bene,

Marco G.

domenica 13 ottobre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA - LUSSO
Lettrice / Lettore scrivono:


PAOLO PONTI
sono, o meglio , mi chiamano paolo, ho letto un pò ,(non molto)delle vostre opinioni e dei vostri desideri; non sono certamente all'altezza culturale che alcuni dei vostri post dimostrano e sottintendono;
desidero solo esprimere una mia personalissima , e quindi discutibile opinione in rapporto al fattore "vita in gesù , e vita in fratellanza, e di sfuggita un impressione sui beni della chiesa. mi perdonerete se esco dalle righe , e saprete sicuramente dare una fraterna modifica a qualche mia errata concezione.
credo che , a prescindere dalla fame del mondo, che non sarebbe sanata dalla vendita dei beni culturali ecclesiali,sia opportuno che la chiesa come ente , assemblea , continui a mantenere alta la fiaccola della cultura. Nei secoli, pur attraverso accentuate storture e distruzioni di beni culturali immensamente importanti, ma appartenenti ad'altre religioni e filosofie, la gerarchia ha comunque provveduto a mantenere accesa la fiaccola della cultura, non quella della libera espressione , ma all'interno della gerarchia sono nati e soppravvivono tuttora menti contrarie alle direttive primarie , menti che hanno portato in tempi moderni all'espressione di pontefici e uomini e donne che hanno saputo rivisitare e far rivisitare il semplice cammino del gesù.
tutto questo all'ombra delle disposizioni di santa romana chiesa , che forse tanto santa non è mai stata , ma che sicuramente ha curato l'esteriorita di una magnificenza delle strutture , che ha tenuto aggregato le anime più semplici ,anime che vedevano ( come è sempre stato per il semplice) le dorature come onore per il santo di cui si chiedeva l'intercessione. diventò indispensabile apparire , e lì si sovvertì il vissuto di gesù ,fermo restando che se le opere culturali non fossero state conservate dalla gerarchia , oggi il mondo intero non potrebbe averne il possesso. ricordiamoci che l'arte è bellezza e ricchezza,e siamo responsabili di fronte al mondo di ciò che non sappamo conservare,
Poi pASSIAMO ALLA RICCHEZZA DEI SINGOLO MEMBRI DELLA GERARCHIA , del come sono entrati in possesso della richezza , e di come la tengono stretta;
dovrebbe essere proibito per legge che un qualunque ministro di una qualunque filosofia potesse accettare lasciti o offerte materiali e tangibili, all'infuori di beni utili allo svolgimento del ministero, invece , ludibrio nel ludibrio la stragrande maggioranza dei ministri ,specialmente cattolici romani, è in grado ,alla propria morte di lasciare ricche eredità ,a discendenti o affini.
questo sconfessa completamente il vissuto di gesù, certo il sacerdote non fà voto di povertà, ma professa un credo di condivisione , e se la chiesa ente mantiene le ricchezze culturali, non deve essere dato al prete crapulone di vivere in mezzo alla povertà dei fratelli; e li la chiesa gerarchia ha una grandissima colpa , di assenza e di vigliacheria , perchè dovrebbe scacciare i mercanti dal tempio come fece gesù, e invece essa li mantiene e sponsorizza ( guardate lo sconcio da padre pio).

dovremmo vivere come fratelli , aiutandoci l'uno con l'altro, e anche la chiesa ,in un mondo in competizione parossistica su tutto , anche nel consumismo,la chiesa dimentica di stigmatizzare la competizione anche nei bambini , e li spinge ad avere avversari e non compagni e fratelli , innescando già il piccolo microcosmo di rivalità che si amplierà da adulti. un ultima cosa sulla fraternità; sapete quante volte ho visto bambini non andare alle gite o colonie acclesiali ,perchè non avevano soldi? un esempio incredibile di freddezza consumistica , e aveva a ben dire GESU', lasciate che i bambini vengano a me ,2 SI DIREMMO OGGI , SE HANNO I SOLDI.

sabato 12 ottobre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA - LUSSO
Lettrice / Lettore scrivono:

Anonimo
A Giorgio, dopo aver trovato il Post di non risposta e del quale mi sento "non completamente soddisfatto" come si direbbe per una interpellanza in parlamento.
Senza scendere sul personale : "l'indignazione per gli errori" della Chiesa Cattolica...
Certo se si guarda solo a quelli !

Allora si vuole essere parziali, senza riconoscere il maggior pregio !
Il fatto che quelli che maggiormente pesano, sarebbero quelli di natura Teologica di un Papa, DI QUESTI NON NE HO ANCORA TROVATI _

Nell'ambito evangelico sarebbe molto facile.

Quindi anzichè giudicare persone non conosciute da ambo le parti perchè non discernere la Dottrina ?

Anche qui è questione di verità; "Chi è senza peccato... Scagli la prima pietra."
Mi pare che Qui ed Ora, nessuno sia in grado di farlo !

Dunque se non è "livore" è sicuramente un errore, dato da pregiudizi e poca conoscenza della verità che è nella Chiesa Cattolica di cui io mi onoro di fare parte.
Quindi prego Dio che perdoni Costoro "perchè non sanno quello che fanno" nell'alimentare la ribellione
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A Sergio che è favorevole ad un mondo SENZA RELIGIONI dove troverebbe le gioie, ho già risposto in ogni ambiente di G+
e di FB in cui ne ho avuto l'occasione.
SAREBBE ESATTAMENTE IL CONTRARIO DI QUELLO
CHE LUI IPOTIZZA.
Già Oggi sono la Maggioranza a non avere il senso religioso e la sua aderenza.
E VEDIAMO CHE MONDO DI GIOIA C'è. !!!

Alle critiche rivolte alla non povertà PAPALE o ECCLESIALE, posso solo esprimere un paragone razionale : è forse la Chiesa un Ente di Beneficienza o qualcosa di simile ad una ONG ?
Perchè non richiedere allora al Proprio Comune di appartenenza, dato che si chiama COMUNE di spogliarsi di ogni bene così che
sarebbe davvero messa in COMUNE ?

Per Chi non ne fosse a conoscenza : la ragione d'essere della Chiesa è l'annuncio del Vangelo e la salvezza eterna delle Anime.
Per farlo deve esserne in grado con mezzi sufficienti ed adeguati.

Guardiamo alla sostanza e non solo alla ROBA..

GRAZIE

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA - LUSSO
Lettrice / Lettore scrivono:


Giorgio Massidda 07 settembre 2013
Rispondo direttamente a Marco perché, a quanto capisco, il mio italiano lascia a desiderare.
Riproverò a farmi capire anche se mi rendo conto che non a tutti è dato.
Dogma/filosofia.
 Il primo è legato ad affermazioni spesso interessate a causa della situazione contingente.
In tali dogmi spesso la chiesa si è sbizzarrita nel passato in diverse occasioni tra cui la centralità della terra rispetto all'universo, cosa sulla quale per poco ci lasciò la pelle Galileo; sulla proclamazione di santi, salvo poi farne sparire molti dai calendari perché manifestamente inesistenti; sulla infallibilità del Papa, salvo poi cambiare opinione con Giovanni Paolo II.
Galileo aveva ragione; Paolo VI aveva ragione; Giovanni Paolo II pure!
Perché tutto questo?
Perché essendo la Chiesa una struttura umana, retta da uomini, spesso e volentieri non proprio puri (Papa Borgia) è stata tirata verso interessi contingenti.
Chi rappresenta allora la Chiesa?
Gesù Cristo, lui solo, nella sua Divina Umanità, non certo uomini spesso corrotti.
Uno dei grandi meriti di Papa Francesco è quello di star facendo pulizia dalle radici e sono convinto che presto riuscirà nel suo intento.
Ha già iniziato dallo IOR a quanto pare, poi personalmente non ho molti agganci oltre le mura Leonine.
La filosofia è ricerca ed amore della verità, ma per prima cosa, ovviamente RICERCA.
Cosa cerca l'uomo da sempre?
DIO, quel Dio che è in noi e nel quale siamo immersi; quel Dio che solo E' e del quale e dal quale ci nutriamo.
Per conoscenza dell'amico Marco G. non mi pare di aver mai detto che fondamentalista sia più di un aggettivo, cosi come bello o brutto.
E' un aggettivo che esprime il proprio legame con una idea che si vuole affermare a forza.
Personalmente non accetto il fondamentalismo di questo genere e non ritengo sia una colpa.
Se come credo sia incontestabile anche dall'amico Marco G.
Dio è nostro PADRE ed è in ciascuno di noi, non vedo come non considerare gli altri esseri umani come miei fratelli.
Non c'è in questo né una selezione né una emarginazione.
Però gradirei che il fratello e amico Marco non cercasse la polemica per il gusto della polemica ma si limitasse ad affermare i suoi convincimenti evitando di personalizzare nelle risposte, così come mi ha costretto a fare.
Posso affermare di non avere nessun livore, come affermato, Marco, ma sdegno si, sdegno per gli errori-peccati accumulati dalla Chiesa in secoli, in nome di Gesù.

Il mio perdono non conta, è Dio che deve perdonare gli artefici di questi errori.

mercoledì 9 ottobre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA - LUSSO
Lettrice / Lettore scrivono:


Milena Nosari.
Carissimi, io sono una di quelle persone che credono ancora nella solidarietà, nel buon cuore e nella sincerità.
Anche se pochissime ci esistono persone in grado di pensare agli altri prima che a se stesse.
L'economia condivisa e sostenibile è un progetto realizzabile. Concordo in quello che dice Giorgio Massidda "Fare la carità, se non la si sa fare, finisce per poter diventare una offesa alla persona cui si fa la carità".
Bisogna farla con intelligenza, oltre che col cuore. Solo così si trova l'equilibrio.
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Jubilo orum  - Milena Nosari, si anche io.
Se non che, ho trovato varie contraddizioni ed affermazioni capziose.
LE ho segnalate sul Blog.
Ad esempio dopo aver affermato "Fare la carità, se non la si sa fare, finisce per poter diventare una offesa alla persona cui si fa la carità".
HA TONI DI CRITICA Vs. Chi propone di farla in modo intelligente ed avveduto. ( L' omelia del Sacerdote )
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Francesco Pirrottina
Il Cristianesimo, ha abbattuto muri che solo la prescienza di Dio  poteva abbattere. 
Purtroppo l'uomo persiste in quella durezza di cuore, a motivo della quale,  in precedenza, la giustizia "dai Giudei" aveva scaturito la necessità di quella mosaica.
Sotto la legge della morte, i capi sacerdoti del 33 non esitarono ad accusare e uccidere chi era venuto a ricomprarli.
Oggi non è possibile per i nostri "moderni" farisei rinnegare Cristo con la lingua, ma lo fanno con le Opere, e comunque, nascondono e rinnegano il nome di Dio. 
E come scrisse Paolo, "...la fede, senza le opere, è morta".
Ma la triste realtà, è data dal fatto che, l'attuale cristianità,  fondata da Costantino "il grande" che era un politico e un pagano, è rimasta come Costantino l'aveva ideata: Pagana e Politicante.
Non vedo il vero Dio, il Dio di Abramo, di Isacco nè il suo unigenito Gesù Cristo, nel Cattolicesimo.
Ma vedo una sorta di "tentativo perpetuo di mantenere un equilibrio tra "beatitudine" e "dannazione".
E in un tale proposito,  non può risiedere giustizia alcuna.

Se la chiesa, non cederà "i mantelli" oltre le "vesti" ,per quanto possa farli adirare, non passeranno affatto la,  dove con molta più facilità, troverebbero accesso  "i cammelli".