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lunedì 30 dicembre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PARLIAMO DI ECONOMIA CONDIVISA.
  

MODO DIVERSO DI CONCEPIRE L’ECONOMIA

Cosa è e quali sono i principi ispiratori.
L’economia condivisa è una economia partecipativa a tutti i
livelli della filiera del settore.
I principi ispiratori li troviamo, per il mondo cristiano
autentico, nel Nuovo Testamento.
L’uomo egoista non può che praticare una economia basata
sull’egoismo e questo è in contrasto con gli insegnamenti cristiani.

Dalla cultura basata sull’egoismo estremo scaturiscono
fattori che portano alla conflittualità tra gli uomini; le guerre, le battaglie, gli scontri nelle piazze, ecc… sono frutto del modo di concepire l’economia praticata  tutti i giorni.

Al contrario, nell’economia condivisa si sostituisce l’egoismo
con la cordialità e la fratellanza, ecco che siamo nel mondo cristiano autentico.
Quando parliamo di condivisione viene in mente il bene
comune nella sua generalità.
Esempi di beni comuni sono l’aria, l’acqua, ecc…

Può divenire bene comune anche il lavoro e la relativa
produzione della filiera se si pratica la condivisione.
Un passaggio molto importante che leggiamo nel N.T. è: “fra
di loro non vi era alcun bisognoso”.

Questa affermazione ci porta a considerare che praticavano
una totale e perfetta condivisione, tutti erano sullo stesso piano; oggi il povero diviene sempre più povero ed il ricco sempre più ricco e la conflittualità aumenta. 

In presenza di una conflittualità non si può parlare di
fratellanza che è la base di partenza del cristianesimo.
Quando parliamo di economia condivisa pensiamo al lavoro ed il frutto dello stesso come bene comune per gli operatori di quel settore o azienda.
Come attuare i principi di cui sopra?

Abbiamo in programma il 2° convegno nazionale ove ognuno può contribuire con le proprie idee, elaborare documenti per un confronto cordiale e fraterno.

                 
                                       
 Sebastiano Giambrone.


L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.


MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
DIALOGO CON UN LETTORE:

Paolo Bacchella.
Questo principio che mi stai dicendo è in tutti i testi, compresi quelli esoterici e fra l'altro è riportato anche in maniera scorretta: si sceglie sempre fra AMORE e PAURA l'egoismo è una conseguenza della paura.
Se vuoi credere negli insegnamenti di Gesù fai pure, sappi però che molto probabilmente sono insegnamenti inventati, perché è molto probabile che anche la figura di Gesù sia un collage di vari profeti e personaggi carismatici susseguitisi nel tempo.
Ad ogni modo non obietto i principi a cui fai riferimento, ma il fatto che tu voglia metterci sopra il marchietto del "cattolico", questa è una forma di egoismo, se vuoi parlare seriamente di economia mettila a disposizione di tutti, non solo dei seguaci della tua religione.
Sebastiano Giambrone.
Io non parlo di religione.
Parlo di principi.
Quindi non vi è alcuna etichetta.
E' come dire che i principi della carta costituzionale è frutto di un partito politico.
Noi siamo tenuti a rispettare i principi della carta costituzionale e non le varie sfaccettature date dai partiti.
Oggi, se mi dichiaro cittadino italiano, devo rispettare i principi costituzionali.
Chi si dichiara cristiano deve rispettare i principi evangelici che sono fondati sull'amore.
Di religioni c'è ne sono miglia di migliaia.
La cosa importante è il rispetto dei principi.
Amare il prossimo senza chiamare in causa l'economia...
Paolo Bacchella.
Tu parti da un presupposto sbagliato: TU TI DICHIARI, cioè applichi un'etichetta a quei principi, io non mi dichiaro ne cattolico, ne cittadino italiano, perché questo sottende una serie di altri messaggi che non centrano nulla con i principi.
Amare il prossimo senza chiamare in causa la religione...
 Sebastiano Giambrone.
L'amore per il prossimo va oltre le etichette.
L'amore non può essere ostacolato dalle etichette.
Le etichette dividono, l'amore unisce.
Le etichette proiettano l'uomo alla discordia, l'amore proietta l'uomo alla concordia.

L'economia condivisa può esistere se esiste la concordia.

domenica 29 dicembre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

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ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
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I LETTORI SCRIVONO:

Si ho visto il blog, e con ottime idee.
Penso che la povertà non provenga da noi che abbiamo sempre lavorato, ma da chi a studiato come mettere in pratica leggi per trarne profitto personalizzato e di casta.
Come i rispettabili signori per farsi notare sempre nei primi posti nelle messe. 
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Caro fratello leggendo tutto questo trovo che non è affatto bello criticare gli altri fratelli e giudicare l' operato degli altri,  il Signore ci dice di non giudicare ne di mormorare ma sembra che sia  difficile osservare certi comandamenti  meglio portare avanti le nostre idee, e fare il bene mostrandolo a tutti invece di nascondersi.
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Vittorio Ciccolella con Amare Condividere
atti: I credenti di Gerusalemme mettono in comune i loro beni: Atti. 4:32 La moltitudine di quelli che avevano creduto era d'un sol cuore e di un'anima sola; non vi era chi dicesse sua alcuna delle cose che possedeva, ma tutto era in comune tra di loro.
Gli apostoli, con grande potenza, rendevano testimonianza della risurrezione del signore Gesù; e grande grazia era sopra tutti loro.

Infatti non c'era nessun bisognoso tra di loro; perché tutti quelli che possedevano poderi o case li vendevano, portavano l'importo delle cose vendute e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno, secondo il bisogno. 

sabato 28 dicembre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

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DIALOGO CON UN LETTORE:

Paolo Bacchella: buona sera.
Sebastiano Giambrone: buona sera.
Visita il blog. http://economiacondivisa.blogspot.nl/
Se vuoi, puoi fare un commento ed io lo metto in prima pagina.
Paolo Bacchella:
Grazie Sebastiano, ho letto il tuo blog, io però scinderei l'economia dalla religione, la prima per essere diffusa e quindi convincente deve avere un approccio scientifico e pratico, la religione invece per sua natura ha un approccio dogmatico, il mio è un consiglio poi ovviamente sei libero di fare come credi.
Sebastiano Giambrone: Concordo con te.
Noi non intendiamo parlare di religione, ma dei principi cristiani. Se ti va, scrivi un commento. Grazie.
Paolo Bacchella:
I princìpi cristiani si basano sempre sui dogmi della religione cristiana, l'economia a mio avviso così come non deve essere connotata politicamente non deve esserlo nemmeno in senso religioso.
Sebastiano Giambrone:
I principi biblici non derivano dalla religione.
La religione è frutto di valutazioni umane, ma i principi biblici non stati dettati dagli uomini.
I cristiani devono rifarsi ai principi biblici non alla religione.
Spesso si fa confusione fra la fede e la religione.
La fede in un Dio creatore è un dono non proveniente dall'uomo.
L'economia non può essere separata dal rispetto di detti principi.
Dobbiamo rispettare i principi biblici anche nell'economia.
La chiesa primitiva praticava l'economia condivisa.
Tutto ci viene riportato nei primi capitoli degli Atti degli Apostoli.
Come cristiani dobbiamo mettere in pratica le Sacre Scritture.
Paolo Bacchella:
La bibbia dice tutto e il suo contrario, non so se l'hai letta, ma di princìpi dalla Bibbia se ne possono estrapolare anche di antitetici fra di loro.
Hai ragione, credo tu stia facendo confusione fra fede e religione: la fede in Dio è aconfessionale e non ha bisogno di bibbie, di religioni e di ministri della chiesa cattolica, musulmana o buddista.
L'unico principio a cui dobbiamo rifarci è la nostra coscienza, l'economia non può prescindere da quella...i princìpi biblici sono un'invenzione, un artifizio, la bibbia non ha alcun principio al suo interno, è un libro scritto dagli uomini nel corso dei secoli ed è un collage di storie dal quale ognuno può estrarre la morale che gli pare, lascia perdere queste stupidaggini se vuoi essere credibile quando parli di economia.
Sebastiano Giambrone:
Il cristianesimo ha o deve avere come guida la bibbia.
Il rapporto fra gli uomini può essere legato dall'egoismo o dall'amore.
Si tratta di scegliere.
Gli insegnamenti di Gesù sono fondati sull'amore.
Una economia egoistica proietta l'uomo alla guerra.
Una economia condivisa proietta l'uomo alla pace.
Il ricco esiste perché esiste il povero.
L'economia condivisa non ammette l'esistenza di queste disparità.
E’ il concetto dell'economia che dobbiamo cambiare.

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venerdì 27 dicembre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

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UNA LETTRICE SCRIVE:

Per comprendere il concetto di " dono" e di "amore", dovremmo rivolgere il nostro sguardo all'autore di questo AMORE cioé: Gesù Cristo, che s'è fatto testimone, con la sua vita terrena e, soprattutto, con la sua morte e risurrezione, proprio di questo amore.
L'amore, o "carità", come si legge nella Bibbia, è una forza straordinaria, che spinge le persone a impegnarsi con coraggio e generosità nel campo della giustizia e della pace e della condivisione, nella assoluta fratellanza.
È una forza che ha la sua origine in Dio, Amore eterno e Verità assoluta.
Ciascuno trova il suo bene aderendo al progetto che Dio ha su di lui, per realizzarlo in pienezza.
La carità è la via per "ECCELLENZA".
Ogni responsabilità e impegno delineati da tale dottrina sono attinti alla carità che, secondo l'insegnamento di Gesù, è la sintesi di tutta la Legge:"Maestro, qual è il più grande comandamento della Legge?
Gesù gli rispose- Ama il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
Questo è il comandamento più grande e più importante.
Il secondo è ugualmente importante:
Ama il tuo prossimo come te stesso.
Tutta la legge di Mosè e tutto l'insegnamento dei profeti dipendono da questi due comandamenti. (Mt 22,36-40).
Dalla carità di Dio tutto proviene, per essa tutto prende forma, ad essa tutto tende.
La carità è il dono più grande che Dio abbia dato agli uomini, è sua promessa e nostra speranza.
Per rispondere alle esigenze, economiche, materiali, morali e spirituali, possiamo esaminare le Sacre Scritture, ed attraverso la loro messa in pratica, ci portano a rispondere alle esigenze morali più profonde della persona.
Senza Dio, e senza la sua guida, l'uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia.
Di fronte agli enormi problemi dello sviluppo dei popoli che quasi ci spingono allo sconforto e alla resa, ci viene in aiuto la parola del Signore Gesù Cristo che ci fa consapevoli: "Senza di me non potete far nulla" (Gv 15,5) e c'incoraggia:" Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20).
Di fronte alla vastità del lavoro da compiere, siamo sostenuti dalla fede nella presenza di Dio accanto a coloro che si uniscono nel suo nome e lavorano per la giustizia, per la pace e per la condivisione. Come singoli, e come comunità cristiane, basate sugli insegnamenti di Gesù, applicati dagli apostoli,  vogliamo ravvivare la carità, guidata dalla verità, aprendoci e predisponendoci verso i fratelli e verso i bisogni del prossimo, abbandonando discorsi teologici, umanistici e filosofici che non portano da nessuna parte, anzi, spesso fanno cadere in errore, poiché dimenticano il Creatore e rischiano di dimenticare anche i valori umani, e questi si presentano oggi tra i maggiori ostacoli allo sviluppo della carità fra i popoli.
Chiediamo a Dio di darci cuori di "carne" e di toglierci i cuori di "pietra".
Solo cuori rigenerati dallo Spirito del Signore, saranno in grado di diffondere l'amore e di usare gli strumenti giusti per far avanzare il regno di Dio su questa terra, portando conforto ed aiuto ai più bisognosi, come del resto Dio vuole....Dio ci benedica in ogni gesto di bontà.

Luisa Lauretta

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

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UN LETTORE/UNA LETTRICE SCRIVE:
Giovanni Vannucchi.
Credo che il tesoro più grande sia l'umiltà e l'esempio.
Inutile predicare per ore per godere in modo edonistico della bellezza delle nostre convinzioni ideali.
Parole e parole in cui santifichiamo l'umiltà e la bontà.
Mettiamoci un grembiule, chiniamoci e diamo l'esempio.
Bisogna aver patito la fame per poter sfamare.
Pace
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Complimenti - Gloria a Dio
Cattolici ... Evangelici ... ecc…badano alle Formalità ma non vogliono capire che il vero  Cristianesimo si Manifesta con la Condivisione Basata sulla Fede nell'Amore del Padre.
Amen ... Gloria a Dio.
Per Ottenere il Vero Risveglio dobbiamo Creare una Società molto diversa dall'Attuale.
La Società Fondata Sull'Amore di Cristo come era nelle prime Comunità Cristiane.

Che Il Signore possa Continuare a Benedirvi.

mercoledì 25 dicembre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

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UNA LETTRICE SCRIVE:
Inizio questo commento così:" Dalla predica…alla pratica".
 ......si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. 
Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?. 
Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo."
Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!".
Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me".
Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!"
Soggiunse Gesù: Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi
se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti".
Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi".
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto?"
Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.
Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.
Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.
In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato.
Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica".
Da qui lo spunto per renderci conto che poco contano le parole, ma molto di più i fatti; lavarsi i piedi a vicenda vuol dire permeare la vita di gesti di servizio reciproco lì nell’ambiente in cui siamo. 
Il discepolo di Gesù, poiché ha sperimentato concretamente cosa significa essere amato e servito da Lui, è chiamato ad essere a sua volta “servitore”.
Servire non nasce dal senso del dovere ma da un’esperienza vissuta; la mia esperienza personale è la condizione per “avere parte con Gesù”, per lasciare che mi doni la capacità di amare e servire come Lui ha fatto.
Una predica strana.
Perché a pronunciarla non sono le parole, ma solo i gesti.
Un catino, un asciugatoio, un asciugamano, cose di tutti i giorni. Dio non ci chiede cose eccezionali, ma cose di ordinaria amministrazione.
Della lavanda dei piedi, in altri termini, dobbiamo recuperare il valore della reciprocità.
Che è l’insegnamento più forte nascosto in quel gesto di Gesù.
Finora forse ne abbiamo fatto un po’ troppo un esercizio eroico di conquista.
L’abbiamo scambiato per uno stile d’accaparramento di benevolenze mondane.
L’abbiamo inteso come un espediente missionario capace, se non di provocare la fede, almeno di vincolare le emozioni dei cosiddetti perduti.
Pazientemente il Signore aspetta che mettiamo in opera il suo esempio.
Un giorno un missionario partì per l'Africa, non era a conoscenza della lingua del luogo, ma doveva andare li per evangelizzare. Quando arrivò al paese, non riuscendo a comunicare nella loro lingua, si adoperò in tutti i modi nel mutuo aiuto verso gli indigeni.
Curava, puliva, cuciva, cucinava...pregava...aiutava...
Un giorno, approdò in quel luogo un altro missionario, che nella lingua locale iniziò a predicare di Gesù.
Ad un certo punto un ragazzino disse:" Io conosco colui del quale parli..." Naturalmente il missionario incuriosito, pensava fosse un pò pazzo.
E continuò a predicare, il ragazzino ancora una volta ripeté la stessa cosa e poi vi aggiunse:" Se vuoi te lo faccio conoscere."
A quel punto il missionario toccato nella sua curiosità, gli chiese di portarlo da Gesù.
Sorpresa!
Gesù era il missionario che tempo prima, la stessa missione a cui apparteneva anche lui, mandò in quel villaggio.
Gesù era li, tangibile e vivente nei gesti di quel missionario che non conosceva la lingua del popolo straniero, ma che ben conosceva la lingua di Gesù.

Dio ci aiuti ad essere così.....Luisa Lauretta

martedì 24 dicembre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.


MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
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UN LETTORE SCRIVE:

Pietro Bottega.
Io credo una cosa, che scaldarsi tanto non serve a niente, io non ho studiato niente, si perché a scuola ero un asino, ora però posso scrivere e dire quello che penso e sento, a una mia collega di lavoro la figlia  ha confessato che gli sforzi dei colleghi di chimica dove studiava, erano tutti  rivolti nella ricerca di un nuovo virus che potesse essere mortale per l'uomo (studi in uno stato straniero).
Io sono rimasto senza parole e senza pensieri, si perché se questo è il futuro verso il quale siamo proiettati ben venga, spero solo che sia una cosa rapida e indolore per rispetto a quelli che si sono fatti in quattro per un tozzo di pane.

E qui lo ridico ...il lupo perde il pelo ma non il vizio, e noi disumani siamo gli animali peggiori, perché quello che facciamo noi non lo fa nessun altro animale sulla terra, siamo noi le bestie che hanno crocifisso il Signore, siamo noi che armiamo bambini di 9,10 anni, siamo noi che inquiniamo, anche i nostri escrementi non servono a niente , mentre nella maggior parte quelli animali servono a concimare........non ho più parole.

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
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UNA LETTRICE SCRIVE:

Gesù, essendo re, è nato come un semplice uomo della terra, anzi dimostrò con la sua vita che la ricchezza non faceva parte del suo insegnamento.
Già nel vecchio testamento essendoci tanti poveri, Dio diede dei precetti molto chiari su come si dovevano sostenere i deboli, i poveri e gli stranieri.
Quando Gesù disse al giovane ricco di vendere tutto e di seguirlo, il giovane si rattristò perché il denaro per lui era troppo prezioso. Gesù mise in guardia i suoi discepoli dalla cupidigia, dall'avarizia, dall'egoismo, Giuda ne fu lusingato.
Essere ricchi non è sbagliato, ma a Dio importa come amministriamo i beni che Lui ci ha dato.
Il cristiano, attraverso i consigli biblici, vedi Proverbi, Ecclesiaste e Nuovo testamento,  imparerà il giusto comportamento da tenere verso le ricchezze, accettando il concetto biblico secondo il quale i credenti sono "amministratori" dei beni che Dio provvede, perché “All'Eterno appartiene la terra e tutto ciò ch'è in essa ...” (Salmo 24:1).
In base a questo principio, il denaro o i beni che Dio affida all'amministrazione dell'uomo non debbono essere egoisticamente accumulati o sperperati, ma gestiti per conto di Colui che è il Signore, messi in opere buone di sostegno per i più poveri.
Paolo mette in guardia Timoteo: “Ma quelli che vogliono arricchire cadono in tentazione, in laccio, e in molte insensate e funeste concupiscenze, che affondano gli uomini nella distruzione e nella perdizione.
Poiché l'amore per il danaro é radice di ogni sorta di mali; A quelli che son ricchi in questo mondo ordina che non siano d'animo altero, che non ripongano la loro speranza nell'incertezza delle ricchezze, ma in Dio, il quale ci somministra copiosamente ogni cosa perché ne godiamo; che faccia­no del bene, che siano ricchi in buone opere, pronti a dare, a far parte dei loro averi” (I Timoteo 6:9,10, 17).
Noi credenti, così, come Paolo possiamo dichiarare: “... ho imparato ad esser contento nello stato in cui mi trovo.
Io so essere abbassato e so anche abbondare; in tutto e per tutto sono stato ammaestrato ad esser saziato e ad aver fame; ad esser nell'abbondanza e ad esser nella penuria.
Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica” (Filippesi 4:11-13).
Come amministratori dei beni di Dio avremo  il completo controllo del denaro e delle proprietà che sono state a noi affidate, ma dobbiamo  renderne conto al Signore.

Questa attitudine richiede una buona ed onesta gestione, da curare con profonda riconoscenza a Dio, il Quale ci onora della Sua fiducia, sapendo che “... dobbiamo tutti comparire davanti al tribunale di Cristo, ...” (II Corinzi 5:10) e “... quel che si richiede dagli amministratori, è che ciascuno sia trovato fedele” (I Corinzi 4:2).

lunedì 23 dicembre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
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UN LETTORE/UNA LETTRICE SCRIVE:

Pietro Bottega.
Hai ragione ed è con questo egoismo che si compiono i più grossi delitti contro l'umanità. 
Per me l'uomo non cambierà mai come il lupo ....perde il pelo ma non il vizio.
Si studiano strategie per affrontare i disastri , però non si fa niente piuttosto si studia come evadere cercando nuovi pianeti dove vivere, e l'immondizia resterà per quelli che vivranno sulla terra....io la penso così, dopo se accadono, nel mentre, dei Miracoli bene vediamo.
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Paolo Orlandi.
Ma che robba è!! uno scherzo spero, ignorare completamente la Dottrina Sociale della Chiesa, bravi , e leggere a spizzichi e bocconi il vangelo, ottimo.
Studiare teologia no? vero è troppo.
A per vostra info. internet che utilizzate nata come applicazione militare per le guerre, penso se non siete ipocriti non dovreste usarlo e rimanere come ai bei tempi delle ere antropologiche, scrivete sui muri, farete molti meno danni. 
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Altro che scherzo.
La invito a scrivere un commento per metterlo in prima pagina.
Penso che lei abbia la necessità di leggere con attenzione la bibbia.
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Paolo Orlandi.
Guardi io ho studiato 7 anni teologia e penso di averla sbirciata e continuo a farlo, ecco cosa dice il magistero sul bene comune che non è l'acqua come ridicolmente afferma:
 Significato e principali implicazioni.
Dalla dignità, unità e uguaglianza di tutte le persone deriva innanzi tutto il principio del bene comune, al quale ogni aspetto della vita sociale deve riferirsi per trovare pienezza di senso. Secondo una prima e vasta accezione, per bene comune s'intende « l'insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente ».
Inoltre ripassi un attimino chi erano, che mestiere facevano e gli apostoli.
Proprio sicuro fossero poveri in canna, o piccoli artigiani della pesca e benestanti esattori?
La povertà in ebraico ha mille accezioni, non di certo il pauperismo da lei paventato.
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Passo la parola ai lettori che sapranno come rispondere con precisione a quanto da lei affermato.

sabato 21 dicembre 2013

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MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
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UN LETTORE/UNA LETTRICE SCRIVE:

Il dio denaro è l’origine di molti guai dell' umanità, insieme all’ avidità e all' egoismo che non permettono di sentire la voce di Dio e di aiutare magari un vicino in difficoltà...il denaro non fa felice l'uomo ma la voce di Dio si...
Quando un ricco si avvicinò a Gesù e gli chiese cosa devo fare per entrare nel regno dei cieli e Gesù rispose "cedimenti tutte le tue ricchezze e poi seguimi ..
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Purtroppo quest'articolo descrive la cruda verità.... noi uomini siamo egoisti e ci rifugiamo nella religione per espiare tutti i nostri peccati, credendo di poter ricominciare subito dopo usciti dalla chiesa!

venerdì 20 dicembre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
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UNA LETTRICE SCRIVE:

Wow...quante luci, quanti alberi colorati, i negozi sono pieni di gente....tutti religiosi; ora si che si può andare in chiesa, ora si che possiamo essere BUONI!!
Ebbene, cari amici, tutta la nostra religione non è che religione falsa e tutte le nostre virtù non sono altro che fantasmi; e siamo soltanto degli ipocriti agli occhi di Dio, se non abbiamo quella carità universale per tutti, per i buoni come per i cattivi, per i poveri come per i ricchi, per tutti quelli che ci fanno del male, come per quelli che ci fanno del bene.
No, non c'è virtù che meglio ci faccia conoscere se siamo í figli del buon Dio, come l'amore.
L'obbligo che abbiamo di amare il nostro prossimo è così grande, che Gesù Cristo ce ne fa un comandamento, che pone subito dopo quello col quale ci ordina di amarlo con tutto il cuore.
Ci dice che tutta la legge e í profeti sono racchiusi in questo comandamento di amare il nostro prossimo.
Se lo dice il Signore, dobbiamo considerare quest'obbligo come il più universale, il più necessario e il più essenziale alla religione, alla nostra salvezza.
Osservando questo comandamento, mettiamo in pratica tutti gli altri.
Paolo ci dice che gli altri comandamenti ci vietano l'adulterio, il furto, le ingiurie, le false testimonianze.
Se amiamo il nostro prossimo, non facciamo niente di tutto questo, perché l'amore che abbiamo per il nostro prossimo non può tollerare che facciamo del male.
Un altro elemento, importante per la comunione, è la prontezza a donarsi sulla linea del servizio.
Un servizio che anzitutto deve afferrare tutto il mio essere, cioè devo fare di me quello che viene bene per gli altri.
Aggiusto me stesso per essere gradito agli altri.
È una carità che si fa con l'essere, prima che con l'azione.
Amare senza misura, né di intensità né di estensione.
Quindi fraterna apertura a tutti, condivisione e comunione.
I fratelli non si scelgono, si accolgono senza discriminazione; basta escluderne uno per uccidere la carità.
E dopo che l'ho accettato, il fratello, superando l'egoismo che è chiusura in me stesso, devo aprirmi a lui con una immensa speranza.
Quando l'io si chiude in se stesso, intristisce.
Quando invece diventa capace di rapporto, di comunione, allora si apre e fiorisce, come certi fiori che si schiudono quando sorge il sole.
Il Signore ci renda capaci di moltiplicare ogni giorno i gesti di bontà intorno a noi.
Questa comprensione verso gli altri non è per il cristiano pura filantropia, ma un modo di andare incontro al Cristo.
Gesù mette sul suo conto quello che abbiamo fatto al più piccolo dei nostri e suoi fratelli.

Diamo gloria a Dio, mettendo in pratica l'unica cosa che davvero vuole da noi: L'AMORE: unico, indiscriminato, totale, altruistico e sincero, che si manifesta nella gioia del dare più che del ricevere...Dio ci benedica insieme.

giovedì 19 dicembre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.


MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
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UN LETTORE/UNA LETTRICE SCRIVE:

Mi chiamo Emanuele, quattro anni fa sono stato in Africa, e i miei occhi sono dei testimoni dove hanno visto la sofferenza e la fame. I governi non capiranno mai la popolazione, anche se uno vorrebbe mandarci aiuti ci arrivano la meta della meta.
Noi insieme ad una associazione abbiamo speso i soldi direttamente li.
E' stata una bella esperienza  perché al rientro in Italia mi sento ricco anche con pochissimo.
Dio deve benedire coloro che amano donare al prossimo che anno di bisogno.
E’ vero, leggo nel blog che è il povero che aiuta l'altro povero , il ricco non aiuta, ma ti fa morire di fame, loro continuano ad arricchirsi sempre di più.
Io non credo  ad un risveglio politico ma spero che  noi iniziamo a svegliarci e non farci prendere più in giro.
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Buongiorno e buon pranzo anche a Lei!
Posso sembrare stucchevole e retorico, quasi 'politically correct', ma ringraziamo il Signore che addì - giovedì, 19 dicembre 2013 - tanti dell'ex cosiddetto ceto medio, che ormai è pressoché in via di estinzione, possono ancora mangiare ed avere un tetto sulla testa.
Iddio, però, non fa mai mancare l'essenziale a coloro che lo temono.
Dio La benedica grandemente!
Roberto Ventura.
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LA GENTE AL POSTO DI SPENDERE SOLDI PER COSE FUTILI AIUTA I BAMBINI CHE NE HANNO BISOGNO.
A FARE COSI’ è QUELLO CHE VUOLE GESU’.
Noi dobbiamo fare quello che vuole Gesù.
AIUTARE QUELLI CHE SOFFRONO PERCHE’ NON HANNO LAVORO, GLI AMMALATI E I BAMBINI, QUELLI CHE SONO IN MEZZO ALLE GUERRE.

 SIGNORE ABBI PIETA’ DI QUESTA GENTE E FA CHE LE LORO VITE POSSONO CAMBIARE.