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venerdì 7 febbraio 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
Una lettrice scrive:

Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve?
Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta.
Al contrario uno potrebbe dire: "Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede. Lettera di Giacomo 2.
Ebbene si, per manifestare la nostra fede, ci dice la parola di Dio, dobbiamo attuare segni tangibili e testimonianze nella comunità e nella società in cui viviamo.
Impossibile, allora, dirci davvero cristiani se non avvertiamo le molteplici responsabilità a cui il tempo presente ci chiama.
Tutti, intorno a noi, vediamo miseria, povertà, solitudine e sofferenza.
Sin dai tempi di Gesù, la povertà vestiva le strade della sua città.
Il cibo scarseggiava, i bambini e le donne erano le vittime della situazione. Niente è cambiato, forse peggiorato.
Ma non possiamo fare finta di niente.
Molto spesso mi trovo a donare qualcosa a chi è nel bisogno, ma questo è solo una goccia nel mare...ma sempre meglio di niente.
Il testo sopra, estrapolato dalla lettera di Giacomo, ci richiama anzitutto ad una “visibilità” della fede che trova la sua espressione, la sua concretizzazione, la sua esplicitazione nelle opere caritatevoli.
Visibilità della fede non significa ostentazione o esibizione.
Visibilità significa coerenza stretta tra le convinzioni della nostra fede, tra quanto noi professiamo e quanto noi viviamo.
La “professione di fede” non può rinchiudersi nell’ambito intimo della propria interiorità, senza avere uno sbocco, una manifestazione nella concretezza della vita, negli ambiti in cui la vita si esprime e si realizza: scuola, chiesa, comunità.
Un distacco della nostra vita interiore, del nostro cuore, della nostra anima, dalle opere è pressoché impossibile: che lo vogliamo o no, le nostre opere parlano di noi agli altri e dicono più delle nostre "belle" parole.
E questo vale anche per la fede; le nostre opere, le nostre scelte, la nostra vita, dicono la nostra fede, mostrano la nostra fede.

Un atteggiamento su cui dobbiamo assolutamente riflettere...."dimmi cosa fai e ti dirò che cristiano sei!" Dtbg Luisa Lauretta

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