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sabato 15 febbraio 2014

L,'ECONOMIA CONDIVISA - L'ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
MODI DIVERSI DI CONCEPIRE L’ECONOMIA DI CONDIVISIONE.
Di Argentino Quintavalle

Per capire meglio: prendiamo per esempio la storia che oggi è diventata legge, cioè che il lavoratore merita uno stipendio appena decente, ma solo se è anche produttivo (= spremuto come un limone). 

Sapete da chi ci arriva questa nobile idea? 

Da un economista Neoclassico che si chiamava John Bates Clark (1884-1963, USA), e che scrisse La distribuzione della ricchezza (in Biblioteca dell'Economista, s. 5a, III).Altro esempio. 

Sapete da dove nasce la retorica dei vari Monti, Fornero, & C. che abbassando gli stipendi si aiuterà l’economia e addirittura si arriverà al pieno impiego? 

Viene da un economista Neoclassico chiamato Arthur C. Pigou (1877-1959, Inghilterra) uno dei primi sostenitori delle imposte sul reddito delle persone fisiche; ma la sua idea sarà inasprita da altri economisti Neoclassici moderni chiamati Kenneth Joseph Arrow (1921, USA) premio Nobel per l’economia nel 1972, Gerard Debreu (1921-2007, Francia) premio Nobel per l’economia nel 1983, e Frank Hahn (1925-2013, Inghilterra). 

Incominciamo a vedere che razza di geni erano e sono questi Neoclassici

L’Italia ha oggi stipendi molto bassi nella classifica dell’OCSE, cioè un costo del lavoro molto basso rispetto agli altri Stati… ma una disoccupazione da Terzo Mondo. 

Tutti più poveri!

Ultimo esempio: tutti gli economisti di moda hanno accusato lo Stato di interferire troppo nel Libero Mercato. 

Le idee dei Neoclassici appunto. 

Ma abbiamo visto cosa è successo quando lo Stato ha smesso di interferire?

 È successo che tutti sono alla dipendenza delle banche.

Il pensiero neoclassico dominerà incontrastato fino agli anni Trenta del secolo scorso quando, di fronte alla catastrofe della Grande depressione, un gruppo di economisti inglesi, tra i quali spicca la figura di John Maynard Keynes, lo metterà in discussione. 

La nascita del modello keynesiano, tuttavia, non implica la scomparsa dell’approccio neoclassico, il quale, attraverso l’opera di autorevoli esponenti, giunge purtroppo fino ai giorni nostri e costituisce (sempre purtroppo) ancora oggi una delle principali correnti del pensiero economico contemporaneo.

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