Barra di navigazione

domenica 23 febbraio 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
MODI DIVERSI DI CONCEPIRE L’ECONOMIA DI CONDIVISIONE.
Lettrici/lettori scrivono:

Il benessere per tutti potrebbe sembrare cosa impossibile se non utopistico e teorico che nulla hanno a che fare con la realtà delle cose, tutto dipende da come viene concepita l’economia; una economia centralizzata in se crea un conflitto che è il frutto della disparità del potere economico dei vari   soggetti.
L’industria ha bisogno delle materie prime per poter produrre i vari oggetti, i poteri forti cercano di appropriarsi con ogni mezzo per imporsi nel contesto di una economia di mercato.
L’accaparramento, spesso, avviene con mezzi violenti e distruttivi, guerre fra i popoli giustificate da motivazioni umanitarie, ma di umanitario non c’è nulla.
Tutte le centralizzazioni sono potenziali focolai di conflitti umani perché determinano una non perequazione economica; i conflitti determinano ricchezza, povertà e miseria.
La ricchezza viene concentrata in un ristretto numero di persone, mentre le masse versano nella povertà e miseria.
La condivisione, e quindi il bene comune, non si può avere se non con una trasformazione del concetto dell’economia.
Il mondo cristiano non può non avere alla base la condivisione per il bene comune altrimenti si è cristiani di facciata e non autentici seguaci di Cristo.

Ci vuole un cambiamento radicale e profondo nel cuore dell’uomo per poter pensare ad un futuro di pace e di benessere per tutti.

1 commento:

  1. http://www.visioneinsieme.blogspot.it/2014/02/quale-cambiamento.html

    .........................

    Lo Stato deve finanziare il progresso tecnologico, diffonderlo,
    per poi farne beneficiare l'intera popolazione attraverso una giusta redistribuzione della ricchezza generata dalle innovazioni stesse.
    Il progresso deve tornare al servizio dell'umanità, e non del profitto individuale.

    1 commento:
    STEVE20 febbraio 2014 00:06

    Sono completamente in accordo su quanto scritto ed aggiungerei
    che per liberare questo occorre iniziare mettendo in atto localmente
    delle situazioni come, per esempio, la moneta locale cioè di pagare
    una parte (25...30% con una moneta condivisa localmente in modo da
    attivare risorse per le aziende locali, fuori dal circuito bancario )...
    Questo mette in atto la concorrenza del cliente vs la banca
    sottraendo potere economico e reinvestendo sul locale...
    Ricordo una metafora : un cinese dopo aver raccolto delle piante mature
    ne ripianta altrettante nello stesso posto ma che matureranno
    col passare di altro tempo così da avere risorse per poterne disporre
    anche nel prossimo futuro...
    Ora invece la moneta và in giro globalmente e localmente ne arriva
    sempre meno per effetto del ribasso del prezzo...

    RispondiElimina

Più che opinioni stupide ci sono stupidi che hanno opinioni.Non è il tuo caso quindi fammela conoscere.