MISERIA
- POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA –
RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA
CONDIVISA
MODI DIVERSI DI CONCEPIRE L’ECONOMIA DI
CONDIVISIONE.
Lettrici/lettori scrivono:
Il benessere per tutti potrebbe sembrare cosa impossibile
se non utopistico e teorico che nulla hanno a che fare con la realtà delle
cose, tutto dipende da come viene concepita l’economia; una economia
centralizzata in se crea un conflitto che è il frutto della disparità del
potere economico dei vari soggetti.
L’industria ha bisogno delle materie prime per poter
produrre i vari oggetti, i poteri forti cercano di appropriarsi con ogni mezzo
per imporsi nel contesto di una economia di mercato.
L’accaparramento, spesso, avviene con mezzi violenti e
distruttivi, guerre fra i popoli giustificate da motivazioni umanitarie, ma di
umanitario non c’è nulla.
Tutte le centralizzazioni sono potenziali focolai di
conflitti umani perché determinano una non perequazione economica; i conflitti
determinano ricchezza, povertà e miseria.
La ricchezza viene concentrata in un ristretto numero di
persone, mentre le masse versano nella povertà e miseria.
La condivisione, e quindi il bene comune, non si può
avere se non con una trasformazione del concetto dell’economia.
Il mondo cristiano non può non avere alla base la
condivisione per il bene comune altrimenti si è cristiani di facciata e non
autentici seguaci di Cristo.
Ci vuole un cambiamento radicale e profondo nel cuore
dell’uomo per poter pensare ad un futuro di pace e di benessere per tutti.
http://www.visioneinsieme.blogspot.it/2014/02/quale-cambiamento.html
RispondiElimina.........................
Lo Stato deve finanziare il progresso tecnologico, diffonderlo,
per poi farne beneficiare l'intera popolazione attraverso una giusta redistribuzione della ricchezza generata dalle innovazioni stesse.
Il progresso deve tornare al servizio dell'umanità, e non del profitto individuale.
1 commento:
STEVE20 febbraio 2014 00:06
Sono completamente in accordo su quanto scritto ed aggiungerei
che per liberare questo occorre iniziare mettendo in atto localmente
delle situazioni come, per esempio, la moneta locale cioè di pagare
una parte (25...30% con una moneta condivisa localmente in modo da
attivare risorse per le aziende locali, fuori dal circuito bancario )...
Questo mette in atto la concorrenza del cliente vs la banca
sottraendo potere economico e reinvestendo sul locale...
Ricordo una metafora : un cinese dopo aver raccolto delle piante mature
ne ripianta altrettante nello stesso posto ma che matureranno
col passare di altro tempo così da avere risorse per poterne disporre
anche nel prossimo futuro...
Ora invece la moneta và in giro globalmente e localmente ne arriva
sempre meno per effetto del ribasso del prezzo...