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sabato 8 febbraio 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
MODI DIVERSI DI CONCEPIRE L’ECONOMIA DI CONDIVISIONE.
Di Argentino Quintavalle

Questa seconda lezione su Marx riguarda l’analisi che egli fece dell’origine del profitto.
Marx si chiese cosa veramente determinava il profitto per i capitalisti e per il popolo, ovvero per l’intera società.
Non è un tema da poco, e vediamo perché.
Ancora oggi la maggioranza degli economisti e della gente non ha le idee chiare di cos’è che produce profitto.
Pensano spesso che sia sufficiente che il settore privato si sviluppi libero, basta che esso faccia girare denaro, e la nazione diventerà ricca.
Una bufala di proporzioni gigantesche, perché la questione è ben più complessa.
Cercherò di semplificarla.
Ritorniamo ai tempi di Marx, dove avevamo i seguenti attori: i Re, i nobili, la Chiesa, cioè le classi parassite (economicamente), ma sempre meno potenti; poi c’erano i capitalisti borghesi, quelli delle fabbriche e dei commerci, sempre più potenti; poi le masse divise fra poveracci, contadini e operai.
Naturalmente i consumi allora erano guidati soprattutto dalle prime due classi, e molto poco dalla massa.

Ma Karl Marx non era un genio per nulla, e lui pensò a come si sarebbe sviluppata la società capitalistica, e comprese che in effetti in un futuro non troppo distante la cosiddetta massa dei salariati avrebbe consumato la maggioranza dei prodotti, semplicemente per una questione di numero. 
E qui Marx pose la sua analisi del come si sarebbe originato il profitto per tutti.

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