MISERIA -
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BIBLICA
UNA LETTRICE SCRIVE:
Barbara Benedettelli
Il suicidio non è mai una soluzione.
E' uno sfregio alla vita.
Una pugnalata a chi ci ama.
Uno schiaffo a chi la vita la perde senza volerlo
perché una malattia o un altro uomo gliela porta via.
Non è un atto di protesta estremo, perché di quella
protesta dopo un attimo coloro verso cui la si fa se ne sono dimenticati.
Togliersi la vita è darla vinta a chi ci sfrutta o ci
usa o ci umilia o ci rende impossibile realizzare la nostra personalità.
La vita non vale meno di una cartella di Equitalia, di
un fido in banca che non arriva, di un debito anche ingente.
Bisogna chiedere aiuto e confessare la propria
disperazione mettendo da parte l'orgoglio.
Credo però che lo Stato sia corresponsabile se non
cambia politiche economiche e anche se non prevede un sostegno per quei
lavoratori e quegli imprenditori che nella solitudine assoluta maturano
pensieri suicidi.
Entrano in una depressione profonda.
Sono responsabili politiche che favoriscono le banche,
le lobby, la grande finanza e stritolano le persone rendendo loro impossibile
avere una vita dignitosa.
Ecco perché è importante, in questo momento storico,
rendere omaggio a coloro che dall'inizio della crisi a oggi si sono tolti la
vita.
E' una forma di protesta per richiedere insieme
attenzione verso l'umanità delle persone.
Un grido collettivo che dice "hei, lassù, tutto
questo va evitato!". Se lo Stato non risponde si deve muovere il popolo.
E se lo chiamano populismo non importa.
Essere vicini alla gente, a chi soffre, a chi non ce
la fa, non è demagogia, è politica vera, politica nel senso nobile del termine,
vicinanza a quel popolo che la politica deve servire.
Oggi siamo al contrario, è il popolo che serve la
politica, che termine possiamo coniare per tutto questo?
Politismo?
Io non ci sto.
Non voglio stare a guardare, e vorrei che tanti altri
come me avessero voglia di non stare a guardare, senza forche, ma ristabilendo
noi per primi un principio di giustizia che lo Stato con i suoi
"gestori" attuali sta infrangendo in ogni dove.
La parola dignità, come la parola umanità, ormai è
usata solo in riferimento e detenuti per lo più delinquenti abituali che
entrano ed escono di prigione a causa di un sistema premiale che non dà valore
alle loro azioni, o per quegli stranieri che vengono nel nostro paese senza
rispettarlo.
Dignità invece è una parola che va usata verso ogni
individuo, va usata verso tutti coloro che, in questa terra d'Italia, sono
schiacciati dal peso di un quotidiano pressante o dalla sofferenza provocata da
chi non rispetta le libertà altrui, da uno Stato gestito in gran parte da
uomini incapaci di vedere nell'altro, nel popolo, umanità.
Da politiche economiche stritolanti e disumanizzanti.
Ma per chiedere anche a chi è in estrema difficoltà di
non rassegnarsi buttando via il bene più prezioso più grande che abbiamo,
perché una via d'uscita c'è sempre.
Chiedete aiuto.
Barbara Benedettelli
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