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lunedì 9 dicembre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA

 Una economia condivisa può esistere se il potere è nelle mani dei cittadini a tutti i livelli.
Più questi poteri delegati agli altri più l’economia diviene centralizzata nelle mani di alcuni che con la spinta egoistica accentra su di se la ricchezza e la povertà dilaga fra i meno furbi.
L’economia equa si può avere se la ricchezza viene considerata bene comune per tutti i cittadini, questa si chiama fraternità vera e non di facciata.
L’autodisciplina è fondamentale per formare le regole e praticarle nell’interesse comune, migliorare l’economia generale e personale.
Sviluppare l’iniziativa individuale e contare sulle proprie risorse vuol dire responsabilizzarsi e crescere anche culturalmente, oltre che economicamente.
Spetta al mondo cristiano coltivare l’autodisciplina per il bene comune di tutta la collettività; amare il prossimo vuol dire anche non fare i furbi a danno dei deboli.

S.G.

1 commento:

  1. Wow...quante luci, quanti alberi colorati, i negozi sono pieni di gente....tutti religiosi; ora si che si può andare in chiesa, ora si che possiamo essere BUONI!! Ebbene, cari amici, tutta la nostra religione non è che religione falsa e tutte le nostre virtù non sono altro che fantasmi; e siamo soltanto degli ipocriti agli occhi di Dio, se non abbiamo quella carità universale per tutti, per i buoni come per i cattivi, per i poveri come per i ricchi, per tutti quelli che ci fanno del male, come per quelli che ci fanno del bene. No, non c'è virtù che meglio ci faccia conoscere se siamo í figli del buon Dio, come l'amore. L'obbligo che abbiamo di amare il nostro prossimo è così grande, che Gesù Cristo ce ne fa un comandamento, che pone subito dopo quello col quale ci ordina di amarlo con tutto il cuore. Ci dice che tutta la legge e í profeti sono racchiusi in questo comandamento di amare il nostro prossimo.
    Se lo dice il Signore, dobbiamo considerare quest'obbligo come il più universale, il più necessario e il più essenziale alla religione, alla nostra salvezza. Osservando questo comandamento, mettiamo in pratica tutti gli altri. Paolo ci dice che gli altri comandamenti ci vietano l'adulterio, il furto, le ingiurie, le false testimonianze. Se amiamo il nostro prossimo, non facciamo niente di tutto questo, perché l'amore che abbiamo per il nostro prossimo non può tollerare che facciamo del male.
    Un altro elemento, importante per la comunione, è la prontezza a donarsi sulla linea del servizio. Un servizio che anzitutto deve afferrare tutto il mio essere, cioè devo fare di me quello che viene bene per gli altri. Aggiusto me stesso per essere gradito agli altri. È una carità che si fa con l'essere, prima che con l'azione.
    Amare senza misura, né di intensità né di estensione. Quindi fraterna apertura a tutti, condivisione e comunione.I fratelli non si scelgono, si accolgono senza discriminazione; basta escluderne uno per uccidere la carità. E dopo che l'ho accettato, il fratello, superando l'egoismo che è chiusura in me stesso, devo aprirmi a lui con una immensa speranza. Quando l'io si chiude in se stesso, intristisce. Quando invece diventa capace di rapporto, di comunione, allora si apre e fiorisce, come certi fiori che si schiudono quando sorge il sole. Il Signore ci renda capaci di moltiplicare ogni giorno i gesti di bontà intorno a noi. Questa comprensione verso gli altri non è per il cristiano pura filantropia, ma un modo di andare incontro al Cristo, Gesù mette sul suo conto quello che abbiamo fatto al più piccolo dei nostri e suoi fratelli. Diamo gloria a Dio, mettendo in pratica l'unica cosa che davvero vuole da noi:L'AMORE: unico, indiscriminato, totale, altruistico e sincero, che si manifesta nella gioia del dare più che del ricevere...Dio ci benedica insieme.

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