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sabato 21 settembre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA - LUSSO
MODO DIVERSO DI CONCEPIRE L’ECONOMIA.
PARLIAMO DI ECONOMIA CONDIVISA.


Cosa è e quali sono i principi ispiratori.
L’economia condivisa è una economia partecipativa a tutti i
livelli della filiera del settore.

I principi ispiratori li troviamo, per il mondo cristiano
autentico, nel Nuovo Testamento.
L’uomo egoista non può che praticare una economia basata
sull’egoismo e questo è in contrasto con gli insegnamenti cristiani.

Dalla cultura basata sull’egoismo estremo scaturiscono
fattori che portano alla conflittualità tra gli uomini; le guerre, le battaglie, gli scontri nelle piazze, ecc… sono frutto del modo di concepire l’economia praticata  tutti i giorni.

Al contrario, nell’economia condivisa si sostituisce l’egoismo
con la cordialità e la fratellanza, ecco che siamo nel mondo cristiano autentico.
Quando parliamo di condivisione viene in mente il bene
comune nella sua generalità.
Esempi di beni comuni sono l’aria, l’acqua, ecc…

Può divenire bene comune anche il lavoro e la relativa
produzione della filiera se si pratica la condivisione.
Un passaggio molto importante che leggiamo nel N.T. è: “fra
di loro non vi era alcun bisognoso”.

Questa affermazione ci porta a considerare che praticavano
una totale e perfetta condivisione, tutti erano sullo stesso piano; oggi il povero diviene sempre più povero ed il ricco sempre più ricco e la conflittualità aumenta.

In presenza di una conflittualità non si può parlare di
fratellanza che è la base di partenza del cristianesimo.
Quando parliamo di economia condivisa pensiamo al lavoro ed il frutto dello stesso come bene comune per gli operatori di quel settore o azienda.
Come attuare i principi di cui sopra?

Abbiamo in programma il 2° convegno nazionale ove ognuno può contribuire con le proprie idee, elaborare documenti per un confronto cordiale e fraterno.
                

                                        Sebastiano Giambrone.

2 commenti:

  1. Il tuo argomento è sicuramente parte dei nostri tempi, tempi in cui 'la crisi' è un termine notevolmente utilizzato per acuire la stessa crisi. L'accento su cosa si 'deve' fare è posto sotto il punto di vista legato alla religione cristiana, ma non è un buon legame. Come altri hanno fatto notare, le religioni sono comunque strutture di 'controllo', anche nello stesso buddhismo dal quale ho fatto parte per anni prima di comprenderne le fondamenta che mi hanno portato alla comprensione di questo fatto. Quando si parla di economia condivisa, ci si dimentica spesso dell'azione, e si rimane imbrigliati nell'argomentare, senza mai agire. Scegliere come vivere è la partenza dell'azione. Non considero l'economia ne positiva ne negativa, è semplicemente un mezzo, una energia integrata nei nostri sistemi di vita. I ladri, gli impoveritori delle masse, esistono perché noi permettiamo che ciò esista, e non venite a dirmi che non è così. Per fare in modo che queste cose cambino, è necessario cambiare noi stessi, ma non in termini dialettici, non solo scrivendo che le cose devono cambiare, non riempiendo solo pagine di buoni propositi. Azione. Fare, prendersi le proprie responsabilità e iniziare a condividere veramente. Ognuno di noi ha delle piccole possibilità che possono essere attuate, ma pochi lo fanno, perché ci si sente 'fuori luogo' nell'agire contro corrente. Personalmente, alcuni anni fa ho deciso di agire. Anche se è pochissimo quello che faccio, lo attuo. Ho lasciato il lavoro da dipendente, ed ho ripreso a studiare, facendo diversi corsi. Oggi sono un operatore di EFT, ed opero sul territorio, nel mio paese e nei dintorni. Vado personalmente a casa delle persone che mi cercano e li aiuto con queste ed altre tecniche a migliorare fisicamente e psicologicamente, parlando, spiegando e cercando di fargli vedere un diverso modo di essere, di vivere con loro stessi. Non ho alcun 'prezziario'. Vado gratuitamente. Non chiedo nulla. A volte, le sedute si protraggono nel tempo, sei, sette sedute, quando mi chiedono 'quanto voglio' rispondo che non voglio nulla. A fine trattamento, se mi viene ancora chiesto, dico di darmi quello che vogliono, ed accetto un'offerta, qualsiasi essa sia. A volte vado via con un cestino di verdure dell'orto, a volte con una forma di formaggio, a volte con qualche euro. Attuando questo metodo, vivo in una condizione di 'povertà economica'. Spesso ho difficoltà a pagarmi anche l'ADSL. Ma è una scelta che ho fatto e mia moglie la condivide. E' un vivere difficile economicamente, ma non gli diamo molto peso. Diamo più attenzione alla soddisfazione ed alla gioia di aver aiutato qualcuno a stare meglio. Per recuperare qualche soldo cerco di vendere i miei corsi, i miei libri, ma non spendendo in pubblicità a pagamento, anche quelli sono minime entrate. Scegliere di vivere davvero così è difficile. Si tratta di sapere già in anticipo che si dovrà rinunciare a molte cose. E non è facile. Ma una volta effettuata una scelta di questo tipo, il mondo cambia. Il nostro modo di guardare al mondo, cambia. Per qualche verso, il necessario viene garantito dallo stesso fatto di essere vivi, e non mancherà mai. Quello che mancherà, sarà soltanto il superfluo. Vivere in questo modo non è cristiano o buddhista o altro, vivere in questo modo è vivere. Ed oggi c'è un sole stupendo! Buona vita a tutti! :)

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  2. Posso solo dirti che condivido quasi per intero il tuo punto di vista.
    Quelli che non condivido sono molto pochi, tipo il fatto che ci si dovrebbe unire ad altri che la pensano allo stesso modo, non isolarsi chiudendosi in famiglia.
    Condividere è spesso motivo di paura perche aumenta le incetezze e si pensa di poter venire sfruttati.
    A prescindere dal fatto che si può sempe mettere fine allo sfruttamento, credo che bisognerebbe cercare di creare un gruppo basato su questi principi, un gruppo che conviva, che produca per sè e per gli altri.
    Forse non sarà un gruppo ricco, ma certamente sarà felice proprio perchè vive secondo gli schemi per i quali siamo stati creati.
    Buona vita!

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