Le/I lettrici/lettori scrivono:
Mi piace essere schietto e ti dico che non sono un
gran credente, ma sono stato educato coi criteri cattolici nei quali comunque
come etica e morale mi ci ritrovo .
Sono uomo di sinistra e quindi il capitalismo non mi
attira e ne vedo da sempre pericoli e difetti.
Approfondirò la lettura del blog ma da subito ti
dico che è ora che si capisca che non stiamo al mondo per consumare ma per
vivere, magari tutti.
------------
Sono affascinata. E' quello che mi occorreva
stamane. Tendiamo ad isolarci, chiusi nel nostro dolore, delusioni o idee.
Ma,
da insegnante, so che devo invece concorrere alla costruzione del mondo voluto
da Dio, spiegando di tutto il lavoro "a monte".
La gente atea o
agnostica vive come se giocasse a poker: può andare bene, può andare male, se
fai il colpo, allora hai realizzato la vita, chi ci pensa al prima, ed al
dopo?
Ma questo significa fallire la vita.
Scambiare il mezzo per fine.
Vivere
come animali, senza pensiero, senza riflessione, senza consapevolezza.
Salve Sebastiano. In breve, la mia modesta opinione è tutta nel concetto di sviluppo e progresso. Nella prima definizione, parliamo di una consumazione superflua, ciò su cui oggi si basa l'economia, o per meglio dire, questo grande mostro che è il consumismo.
RispondiEliminaNella seconda, trattiamo di un consumo necessario di beni di prima necessità.
Non sono un economista, non mi occupo di finanze, ovviamente. In tutto modestia, tento di occuparmi di letteratura. Tutto questo fu già ribadito in tempi non sospetti da Pier Paolo Pasolini. Il fatto che abbia previsto tutto già allora, non fa che accrescere il rammarico per la sua mancanza.
Saluti